
Il nuovo libro 'Baldwin, Styron e Me' è una riflessione intellettuale che rappresenta un contributo prezioso ai dibattiti attuali sulla razza, l'equità e l'identità.
La scrittrice Mélikah Abdelmoumen è figlia di un padre immigrato tunisino e di una madre quebecchese che usa il prisma delle proprie origini per esaminare la complessa relazione tra gli scrittori americani James Baldwin e William Styron.
'Baldwin, Styron e Me' è il primo libro in lingua inglese di Abdelmoumen, una studiosa e curatrice di una rivista letteraria in Québec. È stato tradotto da Catherine Khordoc, professore al Dipartimento di Francese e Studi Indigeni e Canadesi presso l'Università di Carleton a Ottawa.
Abdelmoumen sembra identificarsi con Baldwin, sentendosi sempre un estraneo nella sua nativa Québec, dove le persone che assomigliavano a lei non si sentivano sempre accolti. Scrive che nel mezzo del nazionalismo che circondava la sua crescita, spesso si sentiva come uno straniero, un extraterrestre.
Baldwin, l'essayist afroamericano, ha vissuto in Francia per anni per sfuggire al dilagante razzismo negli Stati Uniti. Dopo il suo ritorno iniziale negli Stati Uniti, ha letto le prime bozze del controverso romanzo di Styron 'Le confessioni di Nat Turner', un resoconto in prima persona immaginario di una ribellione di schiavi del 1831 vicino al luogo di nascita meridionale di Styron.
Alcuni intellettuali neri hanno criticato la rappresentazione di Turner e della schiavitù in generale nel libro, accusando Styron di razzismo e inesattezze storiche.
Più di sei decenni dopo la pubblicazione del libro vincitore del Pulitzer di Styron, Abdelmoumen rivisita le domande che lui e Baldwin hanno discusso durante la loro improbabile amicizia. Lunghe serate sono state trascorse a parlare di razza e identità per diversi mesi nel 1961, quando Baldwin soggiornava nella guest house di Styron.
Abdelmoumen sostiene che tali dialoghi sono fondamentali per la comprensione, e che storie come le loro non dovrebbero essere considerate solo come storia, ma come strumenti per comprendere il presente. Critica le visioni radicali, invitando invece al dialogo e all'empatia tra persone con background e opinioni diverse.